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Alessandro, che entra ed esce vivo dalla sala operatoria dove la sua circolazione è stata fermata; Sandra, che non ce la fa a veder morire sua madre in un letto di un ricovero; G., che nonostante gli elettro-shock subiti in passato, ama disegnare e fumare sigarette. Celeste, il ragazzo autistico che vive solo con sua madre; e molti altri. Perché parlare ancora di racconti in un'epoca nella quale tutti vogliono la propria monografia e nessuno li scrive più? Per i giovani, soprattutto. Si dice che i giovani non leggano più, ma non è vero; i giovani leggono in modo molto diverso da come facevamo noi, ma leggono forse anche di più. Leggono poca letteratura, questo è vero, e soprattutto pochi racconti. In passato molti grandi autori si sono misurati con i racconti, chi come trampolino di lancio per la notorietà, chi per dedicarsi ad un pubblico meno esigente, chi per accontentare anche giovani e bambini. La nostra ambizione, però, non era di raccogliere racconti di grandi autori, ma, ancora una volta, quella di dare spazio ad autori emergenti che avessero voglia di sperimentare la propria abilità di scrittura in questo genere.